Il progetto DeprAir
Questa ricerca rientra nell’ambito dei progetti finanziati da Fondazione CARIPLO (codice progetto: 2019-3354)

Disturbo depressivo maggiore
Il Disturbo Depressivo Maggiore è una condizione psichiatrica che riguarda fino al 10% della popolazione generale nel corso della vita e si associa ad elevata disabilità, importanti costi sociali e bassa qualità della vita.
L’insorgenza della patologia è legata a uno squilibrio nel rilascio di neurotrasmettitori (soprattutto serotonina e noradrenalina) a livello del sistema nervoso centrale. L’alterazione nella trasmissione serotoninergica e noradrenergica può essere la conseguenza dell’esposizione a fattori ambientali in soggetti con vulnerabilità biologica (ad esempio, coloro che hanno un familiare affetto da depressione).
Quanto influisce l'inquinamento atmosferico?
A sostegno di questa ipotesi, studi recenti hanno mostrato che l’inquinamento atmosferico potrebbe essere associato con l’insorgenza del Disturbo Depressivo Maggiore o con una sua riacutizzazione sintomatologica.
D’altra parte, soggetti suscettibili a disturbi del tono dell’umore sembrerebbero essere caratterizzati da un’eccessiva risposta infiammatoria a stimoli ambientali, che sarebbe a sua volta responsabile di alterazioni epigenetiche (ossia nell’espressione del nostro patrimonio genetico) e ormonali associate allo sviluppo della patologia depressiva e/o a una sua maggiore gravità.


Gli obiettivi del progetto
La nostra ipotesi è che l’esposizione a inquinamento atmosferico possa influenzare la gravità del Disturbo Depressivo Maggiore attraverso la compromissione di diversi sistemi biologici tra cui un’aumentata infiammazione generale, alterazioni negli assetti ormonali e modifiche nell’espressione dei nostri geni e in particolare di quelli che regolano i ritmi circadiani come il ritmo sonno-veglia (geni “clock”).
Per verificare questa ipotesi intendiamo:
I
stimare l’effetto a breve termine della qualità dell’aria sulla gravità dei sintomi depressivi;
II
studiare l’associazione tra inquinamento atmosferico e variabili biologiche quali biomarcatori infiammatori, epigenetici e ormonali;
III
verificare se le variabili biologiche identificate come alterate dall’inquinamento atmosferico predicono la gravità del Disturbo Depressivo Maggiore;
IV
riassumere in una visione d’insieme il ruolo che inquinamento atmosferico e marcatori biologici hanno nel contribuire alla gravità della patologia depressiva.
Il nostro progetto si pone pertanto l’obiettivo di comprendere i meccanismi biologici (infiammatori, ormonali ed epigenetici) associati alla gravità del Disturbo Depressivo Maggiore (valutata tramite scale specifiche) e di valutare quale sia l’effetto dell’inquinamento atmosferico su questi parametri biologici e di conseguenza sulla prognosi dei soggetti affetti da malattia depressiva.

Risultati attesi
Prevediamo quindi di:
- Chiarire il ruolo dell’esposizione a una scarsa qualità dell’aria sulla gravità della sintomatologia depressiva;
- Approfondire i meccanismi biologici che condizionano la gravità del Disturbo Depressivo Maggiore, identificando un pacchetto di biomarcatori che possano predirne la gravità;
- Verificare in che modo l’esposizione a inquinamento atmosferico determini alterazioni infiammatorie, epigenetiche e ormonali;
- Chiarire il ruolo che ogni elemento dell’iter patogenetico ipotizzato (inquinamento atmosferico e variabili infiammatorie, epigenetiche e ormonali) potrebbe avere nel determinare la gravità della malattia depressiva.
Ricercatori DeprAir

Prof. Michele Carugno
responsabile scientifico del progetto
Medico del Lavoro, Clinica del Lavoro "Luigi Devoto", UOC Medicina del Lavoro – UOS Epidemiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Professore Associato di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano
Prof.Massimiliano Buoli
referente per il piano di divulgazione
Medico Psichiatra, Dipartimento delle Neuroscienze e Salute Mentale, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico
Professore Associato di Psichiatria, Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti, Università degli Studi di Milano