
In questa revisione della letteratura del 2018 si tratta del tema dell’associazione tra inquinamento atmosferico e salute mentale, essendosi la ricerca scientifica focalizzata in larga parte (finora) sull’aumentato rischio di malattie respiratorie e cardiovascolari in relazione alla scarsa qualità dell’aria.
Gli studi pubblicati mostravano come diversi inquinanti atmosferici tra cui le polveri sottili e gli ossidi di azoto potessero contribuire a un peggioramento del benessere psichico. Inoltre, i dati disponibili evidenziavano come l’esposizione a polveri ultrasottili (PM2.5) favorisse l’insorgenza di sintomi depressivi, ispirando il nostro gruppo di ricerca ad elaborare il progetto DeprAir.
Le ricerche effettuate fino al 2018, infatti, analizzavano diversi tempi di esposizione agli inquinanti o non interpretavano sempre i risultati alla luce di fattori confondenti, come la concomitante presenza nei soggetti valutati di malattie mediche che potessero aumentare la vulnerabilità a sviluppare alterazioni del tono dell’umore (es. disturbi endocrinologici o metabolici), oltre a essere potenzialmente legate a loro volta all’esposizione all’inquinamento atmosferico.
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